RECENSIONE DI “APOLOGIA DELLA STORIA O MESTIERE DI STORICO” DI MARC BLOCH

BLOCH

Il famoso saggio di Bloch dal titolo “Apologia della storia o Mestiere di storico”, sul quale si sono formati generazioni di studenti, esamina il problema spinoso della ricerca storica e dei suoi metodi. 

Una buona ricerca storica non deve prendere solo in esame il passato, ma anche il presente da cui prende le mosse.

Nell’analisi di un’epoca storica è opportuno spostarsi dal passato verso il presente o viceversa? Per il grande storico francese sarebbe meglio procedere a ritroso, dal presente verso il passato, dal piu’ conosciuto al meno conosciuto, onde evitare che, procedendo al contrario, si incorra in quella malattia da cui erano affetti  tutti gli storici dell’antichità: quella dell’ossessione delle origini.

Quando lo storico pretende di fare ricerca storica rintracciando le origini, rischia di inficiare tutta la bontà del suo lavoro: cosa fa lo storico in questo caso, se non cercare di spiegare tutta la storia da quel punto zero arbitrariamente rintracciato in qualche evento ritenuto particolarmente significativo?

In “Apologia della Storia”, Bloch tratta anche delle fonti che ogni storico dovrebbe tenere in considerazione e del processo dinamico, e non statico, di narrativizzazione di tali fonti. 

I documenti e le fonti storiche non sono di per sé eloquenti se lo storico non riesce a farle “parlare”. La bravura dello storico sta nell’interrogare correttamente le fonti. 

E a quali fonti bisognerebbe prestare fede? Ai racconti di Svetonio o agli utensili ritrovati all’interno di un sepolcro funebre?

Qui Bloch allude a una distinzione importante tra due tipi di fonti:

  1.  Fonti intenzionali come i panegirici, le opere retoriche, piu’ soggette a distorsioni prospettiche di ogni tipo da parte di autori che vogliono dare una certa immagine della propria epoca ai posteri.
  2. Fonti preterintenzionali, ossia quelle tracce di vita quotidiana che tanta ricerca storica passata non si e’ mai premurata di prendere in considerazione, ma che, alla luce di un metodo storico moderno, sono state giudicate le piu’ valide candidate per testimoniare le epoche che furono.

In conclusione, consiglio la lettura di questo saggio che non può mancare nella biblioteca di un buon storico.

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